La settimana che si è appena conclusa ha visto un caleidoscopio di eventi, alcuni anche epocali. Partiamo da quello più commentato, il "dibattito" Trump-Zelensky. È stato ripreso da ogni testata e visto in tutte le salse, quindi evitiamo di riprenderlo e di prendere posizioni politiche. Piuttosto, analizziamo due aspetti fondamentali che danno il titolo a questo report: "Grazie Trump". E non mi stupirei se in un futuro non lontano ci saranno strade in Europa intitolate a lui. Ma cosa ha fatto di così importante?
In guerra, come nei processi, esistono due verità: la verità fattuale e la verità processuale. La prima riguarda il fatto nudo e crudo (la Russia ha invaso l'Ucraina, ed è un assioma indiscutibile). La seconda, invece, è quella modellata dagli abili avvocati ed è soggetta alle opinioni pubbliche (ad esempio, è giusto continuare ad alimentare l'arsenale ucraino a nostre spese?).
Prima dell'intervento di Trump (o meglio, di JD Vance), la verità processuale della guerra stava virando verso un secco "stacchiamo la spina e chi si è visto si è visto". Dopo il dibattito, invece, l'opinione pubblica è diventata meno pacifista e più interventista. L'intervento di Trump e Vance è stato come una doccia gelata che ha mostrato in mondovisione la natura transattiva su cui ora si muove il piano di pace. Attenzione, lungi dal dire che non è una questione transattiva e/o di controparti da offrire/accettare in una situazione come questa, ma ci vuole anche un certo stile per rendere la verità processuale plastica rispetto a quella fattuale.
Risultato? L’Europa ha iniziato a mettere sul tavolo un vero piano di riarmo. Non si parla più solo di sostegno all’Ucraina, ma di una strategia militare a lungo termine.
Mai come nel post-dibattito i leader europei sono stati così coesi. E c’è anche un avvicinamento molto spinto del Regno Unito verso l’Europa. Vuoi vedere che il tema Brexit un domani non sarà più un tabù e si può pensare di rivedere la perfida Albione sotto la bandiera blu a stelle?
Sul piano pratico, Trump è riuscito a compattare politicamente i leader europei e ha dato un assist clamoroso per far digerire ai governi locali un aumento della spesa militare. E qui ricordiamo un principio economico fondamentale: la spesa militare è da sempre uno dei motori della crescita economica perché stimola ricerca e innovazione. Indovinate qual è il primo paese al mondo per spesa militare? Esatto, gli Stati Uniti.
Al netto del folklore di Trump, il vero personaggio da monitorare è JD Vance, il vicepresidente. Incarnazione plastica della filosofia MAGA, con una storia tutta americana (ha scritto un libro, "Elegia Americana", trasformato poi in film). JD Vance è un classico personaggio da tutto o niente: può essere il prossimo presidente degli Stati Uniti per due mandati, trasformando radicalmente il Paese, oppure può essere quello che ne segnerà il declino definitivo.
A margine del dibattito alla Casa Bianca, mentre tutti si concentravano su Trump e Zelensky, pochi hanno notato che in Europa potrebbe accadere qualcosa di epocale e inaspettato: la Germania starebbe pensando di mettere sul piatto uno stimolo fiscale da 1 trilione di dollari (>20% del PIL).
Ricordiamo che in Germania il pareggio di bilancio è sancito per costituzione, quindi ogni spesa pubblica viene vista con sospetto. Ma il recente clima di solidarietà europea potrebbe dare al cancelliere l’assist perfetto per fare qualcosa di eccezionale, che metterebbe le ali all’economia del Vecchio Continente. E chi ne beneficerebbe di più? L’Italia, che è il primo fornitore della Germania per molte delle sue industrie strategiche.
Tra le tante cose fatte da Trump la scorsa settimana (e non mi limito ai commenti sull'outfit di Zelensky), c’è stato l’annuncio su X della creazione di un fondo strategico nazionale in criptovaluta, citando Bitcoin ed Ethereum.
Risultato? Il valore delle cripto è schizzato. Ma la vera chicca è questa: pochi minuti prima dell’annuncio, una "balena" ha comprato a leva 50 circa 4 milioni di dollari in criptovalute (trasformandoli in un’esposizione di 200 milioni di dollari con effetto leva). Per dare una magnitudo del timing, bastava un’oscillazione negativa del 2% per far chiudere la posizione in margin call.
Il "bravo trader" invece ha comprato poco prima dell'annuncio e venduto poco dopo, con un profitto di quasi 10 milioni di dollari in pochi minuti.
Come si dice nei mercati: "Timing (o insider trading) is everything".
Come abbiamo più volte ribadito, Trump è ossessionato da due variabili per il suo Paese: dollaro debole e tassi di interesse in discesa. Ma perché questa ossessione, tanto da far ruotare ogni dibattito su avere come contropartita questi effetti? La risposta è nel grafico sottostante: nel 2025 ci sono 10 Trillions di Treasury in scadenza che dovranno essere rifinanziati. Per rifinanziarli hai bisogno di indovina un po’: tassi bassi e dollaro debole, specie in un contesto geopolitico teso dove la Cina non è più il primo compratore di debito pubblico americano e si sta facendo di tutto per inimicarsi l’Europa.