Questa settimana si apre con un cambio di scenario che potrebbe essere definito un vero e proprio "game changer". Gli Stati Uniti, da un lato, e l'Europa con la Cina, dall'altro, sembrano seguire traiettorie economiche opposte. Chi avrebbe mai detto che ci saremmo trovati di fronte a una tale dicotomia? Eppure, eccoci qui. La chiave per navigare in questo nuovo contesto è una sola: aspettarsi l'inaspettato, prima che diventi consenso totale.
Il settore tech e, in particolare, l’intelligenza artificiale restano un tema strutturale di lungo periodo. Ma nel breve? La narrativa sembra cambiare. Gli investitori vogliono vedere ritorni concreti dai massicci investimenti fatti dagli hyperscaler AI negli ultimi due anni. L’entusiasmo potrebbe quindi raffreddarsi, rendendo sensata una strategia short sui Magnifici 7 a favore di equity europee e cinesi. Curiosamente, l’unico titolo tra i Magnifici 7 che sembra resistere alla tempesta è proprio Apple, che finora ha speso poco sul fronte AI.
Il Nasdaq, insomma, potrebbe affrontare una fase di turbolenza nei prossimi mesi. Meglio puntare su utilities, farmaceutici e beni di prima necessità, bilanciando il portafoglio con ciclici come CNH, General Motors, Nucor, costruttori di case e banche regionali, tutti settori sensibili a un calo dei tassi di interesse.
Restando sul tema AI, pare che OpenAI (la socità di ChatGPT) sia pronta a lanciare un “PhD-level agent” a 20 000 dollari al mese. Pare che l’azienda sia pronta ad aggiungere queste funzionalità/prezzo:
- 2 000 dollari al mese: un “basic agent” dalle capacità di un lavoratore ad alto reddito mensile
- 10 000 dollari al mese: un “mid agent” dalle capacità tailor made e specializzato per lo sviluppo dei software
- 20 000 dollari al mese: un “PhD agent” dalle capacità simile ad un ricercatore con PhD.
Se dovesse essere confermata queste nuova offerta di prodotti due sono le cose: OpenAI ha sta raggiungendo livelli molto alti di algoritmi AI. OpenAI sta affinando le tecniche di marketing, ovvero fornire alle aziende un algoritmo al livello (presunto) di un PhD ma ad un costo inferiore e potendo però pubblicizzare la svolta tecnologica dell’azienda.
L’Europa, e in particolare la Germania, sembra destinata a voltare pagina. Dopo anni di austerità, il governo tedesco si prepara ad aumentare la spesa pubblica per difesa e infrastrutture a livelli mai visti. Una mossa necessaria, sia per proteggersi da eventuali dazi USA, sia per prevenire scenari geopolitici più complessi.
Allo stesso tempo, il conflitto in Ucraina potrebbe avviarsi verso una risoluzione nei prossimi mesi. Se così fosse, i 230 miliardi di fondi russi confiscati potrebbero essere impiegati per la ricostruzione, con effetti positivi per l’economia europea. La Germania, dopo anni di stagnazione, potrebbe finalmente tornare a crescere al ritmo del 2% annuo, sostenuta da un allentamento fiscale senza precedenti.
Questo scenario rende particolarmente interessanti titoli ciclici europei: acciaio, cemento, infrastrutture e difesa, con il DAX in prima linea. Le utilities, invece, appaiono meno attraenti, soprattutto considerando le valutazioni a sconto.
Un altro elemento da monitorare è la possibile riconversione dell’industria automobilistica verso la produzione di armamenti avanzati, dai droni ai sistemi cyber. Un’ipotesi che potrebbe favorire titoli come Leonardo e Stellantis, il cui prezzo attuale sembra già incorporare il peggio del ciclo auto.
Dall’altra parte dell’Atlantico, il vento soffia in direzione opposta. Gli Stati Uniti stanno abbandonando definitivamente lo stimolo fiscale, con tagli alla spesa pubblica tra 1 e 1.5 trilioni di dollari. Questo ha portato a un appiattimento della curva dei rendimenti, in netto contrasto con l’Europa, dove invece assistiamo a un irripidimento.
Un dollaro più debole potrebbe offrire un piccolo sollievo, con il cambio EUR/USD che potrebbe raggiungere 1.20, un livello coerente con la parità del potere d’acquisto. Tuttavia, nel breve termine, il mercato sta premiando una strategia prudente, con Trump che deve bilanciare il consenso elettorale tra le élite finanziarie e l’America profonda.
Dall’Asia, arrivano segnali incoraggianti. La crescita cinese è prevista al 5% annuo, la crisi immobiliare sembra sotto controllo e il governo appare più aperto al settore privato. In più, la Cina si sta preparando a competere con gli USA sul fronte tecnologico, con nuove IPO e progetti AI da parte di colossi come Alibaba. Le valutazioni restano basse rispetto ai competitor americani, rendendo le azioni cinesi ancora più attraenti.
Guardando ai mercati obbligazionari, la strategia prevede una posizione lunga sui bond USA e corta sugli Euro bond, bilanciata con l’uso di future per mitigare il rischio valutario. Sul fronte azionario, invece, si rafforza l’idea di stare lunghi sull’S&P 493 rispetto agli M7, cogliendo le migliori opportunità. In Europa, è il momento dei titoli finanziari e ciclici, mentre in Cina e Hong Kong si punta su colossi come Alibaba, Tencent e BYD. Sul mercato valutario, la preferenza si sposta su euro/yen contro il dollaro.
Ma attenzione, c’è chi suggerisce una visione opposta. Secondo l’analisi di DeMark, il mercato azionario USA sarebbe ancora da comprare, M7 inclusi, mentre Europa e Cina non sarebbero da inseguire. Tuttavia, questa visione sembra più utile per operazioni tattiche di breve termine: un rimbalzo dell’azionario USA potrebbe rappresentare un’occasione per vendere, mentre un pull-back in Europa e Cina potrebbe offrire ottimi punti di ingresso.
Intanto, la Fed continua a giocare il ruolo di "guardiano della stabilità". Nonostante i segnali di rallentamento, una recessione negli USA rimane un rischio di coda, mentre il caso base resta quello di una crescita del PIL appena sotto il 2% annuo.
Il grafico riporta l’andamento storico del Free Cash Flow (Flusso di cassa) del mercato americano pesato per la capitalizzazione dei titoli. Il Flusso di cassa è l’indicatore di quanta cassa, alla fine di tutto, l’azienda genera dal suo business. Il deteriorarsi della generazione di cassa dei titoli (americani in questo caso) porta ad un aumento delle valutazioni e ad un possibile calo dei prezzi. Negli Stati Uniti abbiamo assistito a performance stellari negli anni passati grazie alle promesse di crescita portate dall’AI, alla stabilità rispetto al resto del mondo e alle aziende leader globali. Anche a fronte di generazione di cassa che si deteriora (in rapporto ai prezzi) può continuare questo andamento positivo?